Andrea Tornago - 17-04-2009
C'è qualcosa di insopportabile nel morire in bicicletta, in uno dei rari istanti di libertà e di fragilità strappati alla fatica e alle delusioni del mondo. Investiti da un'auto, come è accaduto il lunedì di Pasquetta a Franco Volpi, professore ordinario di filosofia all'Università di Padova.
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C'è qualcosa di insostenibile in questo morire nudi, colti e puniti nell'attimo della fuga, della libertà, dello svestimento: questo lasciarsi alle spalle la casa per la strada uscendo senza documenti, per una volta soli, e per questo a lungo senza nome e senza riconoscimento dopo l'impatto.
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C'è qualcosa di insostenibile in questo morire nudi, colti e puniti nell'attimo della fuga, della libertà, dello svestimento: questo lasciarsi alle spalle la casa per la strada uscendo senza documenti, per una volta soli, e per questo a lungo senza nome e senza riconoscimento dopo l'impatto.
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